SUMMER OPEN SEA KAYAK EXPEDITION...

Fin dalla prima volta che ci siamo avventurati sul Mar Egeo, abbiamo fantasticato di pagaiare per un lungo periodo tra le sue innumerevoli isole... senza avere l'assillo di dover finire nel tempo a disposizione quello che ci eravamo prefissati.
Ora questa aspettativa si è concretizzata: il viaggio inizia a fine giugno con un biglietto di sola andata...
Quando avremo finito le Isole Cicladi... torneremo a casa...
Tatiana e Mauro

Please use the translator on the left.
We're paddling most of the day and we don't have enough time to translate every single post...
We're confident you understand our position!


martedì 23 agosto 2016

Santorini, l'isola del Kaos

Sabato 20 agosto 2016 - 58° giorno di viaggio
Monolithos - Monolithos, Santorini (0 km)
Vento NW 12-19 nodi (F4-5) - Mare da mosso a poco mosso - Temperatura 25°C
Ci prendiamo una giornata di riposo appena approdati a Santorini.
Per diverse ragioni: riprendere confidenza con l'isola, riposare dopo la traversata da Anafi ed aggiornare il blog.
Questa strana storia del blog ci diverte molto.
Noi abbiamo una memoria labile e sempre più fallace: tenere un diario di viaggio è uno degli espedienti che abbiamo escogitato per ricordare le puntate precedenti. Specie in un viaggio così lungo, non di qualche settimana come era il nostro solito, ma di qualche mese e senza alcun biglietto di rientro, rischieremmo di confondere una giornata con quell'altra nell'arco di poco tempo. Invece, ci piace tenere il conto, segnare i campi sulle carte, appuntare piccole e grandi emozioni. Il blog è diventato un diario di viaggio interattivo.
Ci piace anche molto condividere le esperienze che abbiamo la fortuna di vivere in kayak. E' uno dei piaceri del viaggio, la condivisione, e anche se noi viaggiamo da sempre in due o in gruppo, cerchiamo ogni volta di rendere partecipi delle nostre peripezie parenti ed amici. Non soltanto per quella sorta di promozione della cultura del kayak da mare che ci ha sempre tanto motivato, ma anche per una piccola sfida personale di provare a raccontare il viaggio per immagini ed appunti...
Ci serve anche avere un motivo in più per restare bloccati a terra. Non sempre il cattivo tempo, il vento forte o il mare grosso sono motivi sufficienti per trattenerci in taverna, anche se affacciata sul mare e con menù allettante. Siamo spesso tentati di prendere il mare ogni giorno, con qualunque condizione e di pagaiare sempre senza sosta. Perché è la cosa che più ci diverte e soddisfa, perché in kayak siamo felici e rilassati, perché in mare stiamo bene. Ma in un viaggio tanto lungo ed impegnativo, dal punto di vista sia fisico che psicologico, abbiamo capito da tempo di dovere rallentare ulteriormente i nostri ritmi naturali, per assaporare meglio ogni cosa e per recuperare energie al momento dovuto.
Questo blog sulle Isole Cicladi ci sta riservando tante sorprese.
Siamo molto lusingati dal numero di letture che, dal principio, non accenna a calare: siamo partiti con 2-300 visite per ciascun post e siamo saliti nel tempo, contro ogni nostra più rosea aspettativa, ad oltre 6-700 letture, con picchi di oltre 1000 quando parliamo dei ladri e di 1700 per "Folegandros nell'arcobaleno". Sono oltre 100 i post già pubblicati sul blog, compresi i 60 relativi ai punti di campo sulle varie isole, e mai avremmo creduto di trovare un tale seguito.
E' come viaggiare in compagnia!
Inoltre, oggi che siamo in vena di riflessioni di viaggio, dedichiamo qualche minuto al calcolo delle percorrenze parziali. Dobbiamo ricorrere al mio diario di viaggio cartaceo, perché tutti i dati memorizzati sulle traversate e sulle escursioni giornaliere sono stati rubati insieme al GPS di Mauro. Peccato soprattutto per le tracce delle varie traversate, che eravamo soliti usare e studiare per considerazioni di vario genere sulle scelte effettuate in navigazione (una volta a casa dovremo trovare un sistema per ricostruirle tutte, anche solo approssimativamente, perché è uno dei dati di viaggio per noi più interessanti).
Comunque, dopo qualche somma sbagliata, siamo arrivati a questa conclusione: oggi siamo a 922 Km, con punte minime di 3 e massime di 35 km al giorno, con otto giorni di sosta a terra (di cui ben 4 solo ad Anafi!) e con una media di 18 chilometri giornalieri. Il che significa che stiamo proprio "lumacando" tra le Isole Cicladi, come volevamo fare fin dall'inizio, senza nessuna fretta, senza nessun record da battere, senza nessun impegno da rispettare se non quello di pagaiare quando e quanto vogliamo.
La giornata di riposo a Santorini ci offre anche l'occasione di mettere in uso il pannello solare che Manolis ha insistito per prestarci, insieme ad un coltello multiuso che pure ci torna molto utile. Mauro sulle prime è molto imbarazzato ma poi accetta l'offerta di buon grado, sapendo quanto sarà più semplice ricaricare telefoni cellulari e macchine fotografiche. Il pannello è molto piccolo ma molto efficiente e siamo tutti e due molto più rilassati ora che sappiamo di avere un minimo di autonomia elettronica. Ci ha fatto molto ridere anche il messaggio ricevuto da Manolis, non appena gli abbiamo scritto di avere iniziato ad usare il suo pannello solare: "Finally that piece of equipment has found its use!"
Manolis ci ha anche spiegato la prima costante dell'universo: qui alle Isole Cicladi la connessione internet funziona via ponte-radio ed è quindi soggetta all'umidità, alla temperatura e ai venti. Per questo a volte perdiamo delle giornate intere per aggiornare il blog mentre in alcuni luoghi, come qui a Santorini, impieghiamo solo qualche ora. Manolis non ci ha invece saputo spiegare le altre due costanti dell'universo: i capelli sempre più ribelli, forse anche perché sempre più lunghi, e le macchie che continuo a fare ovunque, sui vestiti civili o sull'abbigliamento tecnico, non appena prendo in mano una posata...

Il pannello solare che Manolis ci ha prestato: Thank you so much Manolis for your big help!
Le belle scogliere di Vlichada sul versante meridionale di Santorini
Un breve tratto di un paio di chilometri ben conservato...
Stranamente pochi turisti
Mauro ed il Voyager verso Almira
Altri scorci interessanti della costa meridionale di Santorini
La bella base di Santorini Sea Kayak sulla spiaggia di Akrotiri

Domenica 21 agosto 2016 - 59° giorno di viaggio
Monolithos - Kambia, Santorini (17 km)
Vento NW 13-21 nodi (F4-5) - Mare da mosso a poco mosso - Temperatura 25°C
Smontiamo finalmente il campo dalla spiaggia di Santorini su cui abbiamo trascorso più tempo che altrove e costeggiamo l'isola verso sud lungo il versante orientale. La costa è brutta, anonima, piena di stabilimenti balneari tutti diversi, con ombrelloni diversi, sdraio diverse, giochi d'acqua diversi, ma incredibilmente con la stessa musica sparata allo stesso assordante volume.
Fatichiamo a raggiungere il capo meridionale, non tanto per le condizioni meteo, oggi particolarmente favorevoli, visto che un venticello gentile ci accompagna per un lungo tratto, ma perché il panorama ci appesantisce oltre ogni aspettativa.
Dobbiamo doppiare il porticciolo di Vlichada per trovare un minimo di conforto, sia per la taverna sul mare in cui facciamo una lunga pausa pranzo (mangiando male e spendendo troppo, peraltro, ma pazienza!) e sia per la bella falesia che per un paio di chilometri di affaccia a strapiombo sul mare. Dura poco, però, e lo spettacolo delle pareti sabbiose erose dall'acqua e dal vento cedono presto il passo ai soliti obbrobri di cemento mal mimetizzati nell'ambiente circostante.
Troviamo rifugio in una piccola caletta che presto rimane deserta, poco oltre la frequentatissima e sopravvalutatissima "Spiaggia Rossa", che di rosso vivo ha davvero le scogliere strapiombanti ma che perde ogni fascino nascosta com'è dietro una selva di barche a vela e catamarani.
Questo via vai incessante di carri-bestiame è la cosa che oggi ci ha più sorpreso di Santorini. Mentre eravamo con la testa nel piatto di insalata greca non ce ne siamo resi conto ma non appena abbiamo sollevato lo sguardo all'orizzonte siamo rimasti impietriti dal numero di alberi che sfrecciavano in ogni direzione, tutti a velocità sostenuta e tutti molto distanti dalla costa. Doveva forse essere l'ora del rientro dalla escursione nella Caldera oppure l'ora di partenza per la festa in barca al tramonto ma... abbiamo contato centinai di barche a vela e di catamarani, tutti rigorosamente a motore, che passavano il capo sud-occidentale di Santorini.
Quest'isola è troppo caotica, troppo turistica, troppo frequentata. E' anche la più trasandata di quelle sin'ora visitate, la più cara, la più sciatta, la più pretenziosa e presuntuosa.
Non c'è la stessa cura che abbiamo notato sulle altre isole, specie su quelle meno conosciute: c'è invece un senso inverso di dare per scontato che il nome comunque attira turisti, che gli aerei atterranno sempre in gran numero e che le navi da crociera arrivano sempre da ogni dove. Non importa in che condizioni si trovi l'isola, tanto ormai si è arrivati e si deve visitare la Caldera...
Noi aspettiamo ancora domani per affacciarci nella bocca del vulcano.

"Lumakakis Bike Tour in Santorini"
Tramonto sul capo sud-occidentale di Santorini
Capo Akrotiri al tramonto
Il bel faro di Capo Akrotiri sull'estremità sud-occidentale di Santorini
La notte nella Caldera dalla bella spiaggia di Platis Gialos
Il risveglio sul materasso di pomici della Caldera
La seconda riparazione alla deriva del mio Voyager
Le scogliere di Theostepasti, all'interno della Caldera

Lunedì 22 agosto 2016 - 60° giorno di viaggio
Kambia - Platis Gialos, Santorini (8 km)
Vento NW 9-10 nodi (F3) - Mare calmo - Temperatura 25°C
Oggi sono sessanta giorni che siamo in viaggio in kayak, compresi i giorni di sosta forzata.
Per festeggiare l'evento, che cosa pensiamo bene di fare? Noleggiare un motorino!
Per un "Lumakakis Bike Tour" di Santorini, serpeggiando a trenta chilometri orari (ma più veloci di così) su e giù per le sue stradine panoramiche. La scusa è quella di cercare il negozio per la ricarica telefonica della scheda dati greca che usiamo per aggiornare il blog: è in un paesino non raggiunto dalla pur fitta rete di collegamenti pubblici e allora capitoliamo alle due ruote. Manco a dirlo, arriviamo quando il negozio ha già chiuso da venti minuti: gli orari sono tutti diversi, per tutti i giorni della settimana, e non c'è modo di capire quale sia la logica... Dobbiamo ripiegare in un chiosco pubblico per acquistare una semplice ricarica da 10€, sperando che il sistema interattivo funzioni a dovere senza mandarci ai pazzi per le prossime pubblicazioni.
Ci buttiamo nel traffico dell'isola più turistica e frequentata delle Cicladi anche nella speranza di catturare qualche scorcio panoramico che possa riempire la memoria fotografica nostra e delle nostre macchinette.
Macché, niente: Santorini non ci prende neanche da terra.
Sarà pure l'isola legata alla leggenda di Atlantide, sarà pure stata la più violenta esplosione vulcanica degli ultimi diecimila anni, sarà pure stata quell'incredibile colonna di fumo alta 36 chilometri sul livello del mare che ha sputato pomici e ceneri fino in Egitto e Palestina e che ha provocato un'onda anomala di 90 metri che ha raggiunto la vicina Anafi e probabilmente distrutto la flotta mercantile e militare dell'impero minoico, decretando probabilmente la fine prematura di quella florida civiltà. Sarà pure una delle caldere sottomarine più grandi del mondo, dicono di 83 chilometri quadrati per una profondità di 3-400 metri, che in uno spazio così ristretto fa davvero impressione. Sarà pure tutto questo, e magari altro ancora, ma oggi non si vede più nulla di tutto ciò, è lasciato all'immaginazione o alla scoperta degli archeologi (che tra l'altro pare siano finalmente riusciti a datare l'esplosione intorno al 1613 A.C. grazie alla dendrocronologia, la datazione a partire dagli anelli degli alberi, dopo il ritrovamento nel 2006 di un ramo di ulivo carbonizzato e risalente all'eruzione del vulcano di Santorini).
Oggi tutto questo non si riesce più ad apprezzare: almeno, noi non ci riusciamo!
L'isola è tutta un susseguirsi di case in costruzione, di architettura cicladica andata ormai perduta, di scheletri aperti sui versanti delle montagne in punti davvero panoramici che ora sono due volte più brutti. Proseguiamo imperterriti fino alla fine dell'isola, fino a quei due borghetti di Ia e Finikia che tutte le guide descrivono come la chicca più chicca dell'isola, da cui godere di un panorama mozzafiato sulla Caldera. E lo cerchiamo pure, un belvedere da cui godere della vista sulla Caldera. Ma niente, non ci riusciamo. Non troviamo le cappelle blu di tutte le cartoline di Santorini, nè la scalinatelle bianche di tutti i depliant turistici, neppure quelle balconate intonacate e abbellite di tavolini e sedioline che farebbero la felicità di ogni fotografo pur dilettante. Niente. Noi vediamo solo case in costruzione, piscine microscopiche tra arcate in cemento grezzo, scorci anonimi e tutt'altro che entusiasmanti.
Fortuna che alla fine torniamo in kayak.
Li abbiamo lasciati "parcheggiati" vicino alla locale scuola di Santorini Sea Kayak, in un angolo tra i più tranquilli del paesino meridionale di Akrotiri, facendo una cosa che non abbiamo mai fatto prima in nessun altro nostro viaggio in kayak: torniamo indietro di ben un chilometro! Così da poterli lasciare in un luogo sicuro e conosciuto.
Una volta in mare, incontriamo anche Andreas, il titolare biondo e sorridente che sta guidando un'escursione con due kayak doppi. Con poche parole ci emoziona alle lacrime: "You're inspirational, you know that, keep going!" Che detto da uno che di mestiere fa la guida escursionistica in kayak e che incontra centinaia di canoisti all'anno, che arrivano qui da ogni parte del mondo, non è proprio un commento da poco. Non riusciamo che a scambiarci pochi altri saluti dai rispettivi kayak ma è per noi uno dei momenti più intensi dell'intero viaggio.
Che ci aiuta a digerire meglio Santorini ed il suo kaos.
Come anche l'incontro con Jeremy, la guida di Cyclades Kayak che avevamo già conosciuto a Milos e che ora è qui con un gruppo di escursionisti francesi. Ci chiede del viaggio, delle traversate, delle prossime tappe, ci riempie di attenzioni e, come Andreas, di energie positive!
Recuperiamo altre energie anche con l'ultima pagaiata al tramonto oltre Capo Akrotiri, con la luce del faro che ci accompagna nelle prime ombre della sera e con le lucine frontali che ci permettono di montare un campo sulla pomice (che si rivelerà ben più felice dell'ultimo campo sulle pomici, quello del ladro!)
Di notte, la Caldera sembra acquistare qualcosa di suggestivo: i paesini di accendono di mille lucine dorate e quando le navi da crociera lasciano il bacino scuro restano solo le casine in alto ad ammantare d'oro il profilo irregolare dell'isola.
Una notte nella Caldera una volta nella vita, tutto sommato non è un grande sacrificio!

Verso Palea Kameni, la più piccola delle due isolette centrali della Caldera 
Le sorgenti di acque termali di Nea Kameni
Pranzo in ammollo
La girandolina comincia a dare qualche segno di cedimento cromatico
All'uscita del porticciolo di Korfos sull'isola di Thirasia
Lo sbarco nel porticciolo di Agia Irini su Thirasia
Dopo aver messo piede a Santorini possiamo tornare ad esplorare Ios

Martedì 23 agosto 2016 - 61° giorno di viaggio
Platis Gialos, Santorini - Agia Irini, Thirasia (18 km)
Vento NW 8-9 nodi (F3) - Mare calmo - Temperatura 26°C
Questa sembra la giornata ideale per godersi la Caldera.
Non c'è vento, non c'è onda, sembra non ci sia neanche troppo traffico.
Invece, neanche il tempo di pensarlo ed il canale navigabile tra Santorini e le due isolette centrali di Nea Kameni e Palea Kameni diventa il tratto di mare più trafficato dell'Egeo. Dobbiamo fermarci ben tre volte per lasciare entrare nel vicino porto turistico dei catamarani veloci come quelli che ci avevano atterrito ad Ios, più un altro paio di volte per attendere che due navi da crociera scivolino lentamente verso l'area di sosta a loro riservata, per non dire dei continui cambi di rotta a cui ci costringono tutti i carri-bestiame che scorrazzano su e giù e avanti e indietro e tutt'intorno a noi.
A fatica raggiungiamo i due isolotti centrali, dopo oltre un'ora di navigazione per appena tre chilometri di distanza: sono sorti in tempi relativamente recenti, il piccolo meridionale nel 196 a.C. ed il grande settentrionale invece nel 1573, tanto che conserva ancora una piccola caldera attiva che si può raggiungere in battello per le escursioni giornaliere organizzate.
Noi ci intrufoliamo nei due piccoli bacini che ospitano le sorgenti di acqua termale e che tingono il mare di un arancione intenso e poco attraente. Ma la curiosità vince sulla ritrosia: il primo bacino è però occupato da un grande caicco a tre alberi che spara musica tecno a tutto volume, mentre i suoi ospiti sono tutti presi dal ricoprirsi di terriccio ambrato. Scappiamo sull'altro versante e ci ritroviamo da soli. Solo che sbarcare è impossibile, nel senso di tirare i kayak in secca, perché i massi di pietra lavica sono talmente irregolari, taglienti ed incombenti che preferiamo lasciare le nostre barchette in acqua e, usandole come tavolini galleggianti, consumare un pasto frugale il più in fretta possibile.
Mauro non resiste alla tentazione di descrivere a suo modo Santorini e ritorna alla sua storica teoria geologica sulla gradazione cromatica delle pietre: in origine tutti gli scogli erano neri, quando poi sono arrivati i primi i gabbiani li hanno cominciati a tingere di bianco... Qui a Santorini sembra quasi che Mauro abbia ragione: le piccole cittadine arroccate sulle scogliere nere dell'isola sembrano il risultato inconsulto dell'attività creativa di giganteschi gabbiani che a più riprese si sono posati su Santorini.
Non possiamo completare il periplo di Santorini: un lungo tratto della costa interna della Caldera è interdetto alla navigazione a remi, un altro lungo tratto vero nord l'abbiamo intravisto ieri dall'alto ed era pieno di panfili ormeggiati a terra, un ulteriore tratto interno è riservato alle escursioni organizzate con i vari caicchi locali. Non possiamo neanche dire di avere fatto una vera traversata tra Santorini, le due isolette centrali e la vicina Thirasia, perché sulle carte queste isole costituiscono un unico arcipelago e quindi... niente periplo, niente traversata. Insomma, a Santorini niente sembra andare per il verso giusto.
Pagaiamo nel primo pomeriggio verso Thirasia, la sorella minore di Santorini, quella che tutte le guide definiscono come la Santorini precedente l'avvento del turismo. Ed in effetti, a parte il piccolo porticciolo turistico di Korfos, ai piedi della Chora alta 200 metri sul livello del mare e raggiungibile solo lungo una scalinata spesso percorsa a dorso di mulo, il resto dell'isola sembra completamente dimenticato dal turismo.
Troviamo rifugio nell'unica taverna del porto, quello vero dove fanno scalo i pochissimi traghetti di linea che passano da quest'isola dimenticata, e ritroviamo un ambiente più confacente ai nostri gusti e ai nostri ritmi.
Santorini non ci ha conquistati, Thirasia ci lascia con un buon ricordo.

1 commento:

  1. I commenti su Facebook (23 agosto):
    https://www.facebook.com/tatiana.cappucci/posts/1180957975258440
    Riflessioni di viaggio e amenità varie da Santorini...

    Achille Rosberti: Il tuo posto ideale vero mauro 😀😀😀😀😀

    Daniel Forcier: l'Île est-elle belle...elle est plus grande et a des baies...

    Carlo Giovagnoli: Furti permettendo!!👍😊

    Ferdinando Ciccio Kayaker Baccaglini: Ma dico......... Non è ora di tornare a casa ?!?! Tatiana Cappucci, Mauro Ferro??????
    [Mauro Ferro: Ciao Ferdinando... veramente dovremmo essere grosso modo a metà del viaggio...]
    Ferdinando Ciccio Kayaker Baccaglini: Ciao Mauro, ci vediamo a natale?
    [Mauro Ferro ... se non troviamo un posto dove stabilirci... é probabile...]
    Ferdinando Ciccio Kayaker Baccaglini: :-)

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